Figlie della Croce
La spiritualità della Congregazione si radica nel nome che Gesù consegna a Serva di Dio Claudia De Angelis la notte di Natale del 1699: ti chiamerai Claudia della Croce.
L’amore Crocifisso è il mistero portante che innesta nel Carisma di una carità educativa da vivere e da testimoniare.
Un amore educativo che si compone di un braccio verticale e di un braccio orizzontale, proprio come una croce.
Il braccio verticale piantato nella nostra umanità, rappresenta amore ricevuto, che viene da Dio soprattutto attraverso la vita contemplativa, interiore e di preghiera: Atto di fede alla Divina Presenza.
Il braccio orizzontale rappresenta l’apertura agli altri, il nostro agire, per mettere a frutto attraverso la scuola, l’apostolato e la missione ciò che abbiamo ricevuto.
Amore – Carità, di cui essere impastate, titolo che Madre Claudia vuole per l’Opera Pia, affinché si riconosca il primato di Dio e l’apertura al prossimo, all’altro vicino e lontano.
Educare, per la suora Cistercense della Carità, non è solo istruire, insegnare, trasmettere, concetti, nozioni, sapere, ma è formare all’amore Cristocentrico, cercare di tirar fuori il meglio che vi è in ogni persona.
Ed è proprio in obbedienza allo Spirito Cistercense e della Regola di San Benedetto, l’intento è quello di istituire una Scuola al Servizio di Dio, dove si ascoltano gli insegnamenti del Maestro, Cristo e si impara da Lui che è mite e umile di cuore.
Tale servizio educativo si incarna per noi nella Scuola dell’Infanzia dove si pongono le prime basi dell’uomo e della donna di domani, nel dopo scuola, ma anche nell’attenzione al mondo giovanile, alla pastorale in parrocchia, all’accoglienza e alla missione ad gentes, così come la Fondatrice ci ha lasciato nelle sue ultime volontà: desidero che le mie figlie portino il Vangelo fino agli estremi confini della terra.
Cercando sempre e in ogni cosa di: Portarsi bene con Dio; Portarsi bene con se stessi; Portarsi bene con gli altri (dalle massime di madre Claudia)
L’abito
Con la professione dei Consigli Evangelici di povertà, castità e obbedienza, la suora indossa l’abito Cistercense, in esso riconosce la sua identità, ma anche l’esempio di coloro da cui trae forza e ispirazione: i Santi Padri Cistercensi.
La Provvidenza Divina introduce, il germoglio carismatico nato dal cuore di Madre Claudia della Croce nella grande Famiglia Cistercense, questo porta a compimento il desiderio di “Carità”, di amore per Dio e per il prossimo, che ha accompagnato la vita e l’opera della Serva di Dio. Completamento che si realizza in un itinerario spirituale che ci porta a vivere con maggiore intensità la liturgia, la lectio divina, il lavoro manuale e intellettuale, non come monache, ma come suore di vita apostolica, come terra impastata di cielo.
L’abito per la Suore Cistercense della Carità non è solo un rivestimento esteriore esso è soprattutto un rivestimento interiore.
Il nero ricorda ogni giorno alla consacrata che è chiamata ad una conversione continua, ad una combattimento spirituale fatto di lotta interiore costante tra carne e spirito; tra bene e male; tra luce e tenebre; tra grazia e peccato; tra tristezza e gioia; tra vita e morte; tra santità e tiepidezza.
Il bianco ricorda ogni giorno alla consacrata il suo anelante desiderio di santità, che la conduce a lasciarsi lavorare da Dio, permettendo allo Sposo, Cristo di smussare le sue spigolosità e di santificare il suo cuore rendendolo sempre più conforme al disegno che il Signore ha su di lei.
L’abito nella sua essenzialità e sobrietà richiama ad un vita semplice fondata sull’umiltà e sulla carità, alla scuola di Cristo, avendo come esempi di santità: San Roberto di Molesm, San Alberico di Cîteaux, Santo Stefano Harding e San Bernarto di Clairvaux, Santa Caterina da Siena e Madre Claudia.